a proposito di caprica

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“Cinquantotto anni prima della caduta delle Colonie, il Comandante Bill Adama era un ragazzino taciturno, figlio di un avvocato impegnato nella difesa dei diritti civili, mentre, a Caprica City, gli umani progettavano e realizzavano il primo esemplare di centurione Cylon . Questo ed altro si vedrà nello spin off di Battlestar Galactica, Caprica, che prenderà il via, su SyFy, il 22 gennaio, anche se una versione allungata del pilot è stata diffusa su DVD e online già dallo scorso aprile. L’azione, collocata in un passato futuribile che richiama nell’estetica le città americane degli anni Cinquanta, ruota attorno a due protagonisti maschili: Joseph Adama, il padre del nostro Bill, e Daniel Greystone, un potente e ricco scienziato esperto di robotica (interpretato da un ottimo Eric Stoltz, già visto in Pulp Fiction), e alle loro famiglie. I due uomini, uniti nel dolore per la perdita delle figlie, si scontreranno sulle consuete questioni etiche che tanto appassionano Ron Moore.

Niente di più lontano, per Caprica, delle atmosfere di Battlestar Galactica: non solo viene abbandonato lo stile da ripresa “in diretta” utilizzato nello spazio profondo, anche l’ambientazione appare lontana da quella che già conosciamo, troppo tecnologicamente avanzata rispetto al vintage delle basi stellari. La mano degli autori si riconosce nelle consuete tematiche filosofico religiose e nella capacità di portare sullo schermo questioni attuali come l’integrazione e gli estremismi. A giudicare dall’episodio pilota, però, Caprica sembra configurarsi più come un melodramma classico, calato in un contesto cyberpunk, che come una vera e propria opera di science fiction: non è detto che sia un male, ma siamo in un territorio molto diverso da quello di Starbuck e Apollo. D’altra parte, lo stesso Moore ha dichiarato di volersi discostare il più possibile da quanto fatto in precedenza, forse per evitare impietosi confronti, forse per attrarre un nuovo tipo di pubblico.

Molto più Gattaca che Blade Runner, molto più drama che action, dunque, almeno a giudicare dalle prime battute. Non resta che aspettare l’evolversi della serie, liberi da pregiudizi: se saremo fortunati, Caprica ci regalerà una nuova appassionante storia, al suono rassicurante degli amatissimi Frak e So say we all.”

Articolo apparso su Nocturno di gennaio. Ma ne scriverò ancora, presto, su Serialmente, davvero, prometto, abbiate fede. Edit: ne ho scritto. Qui. Yey!

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2 risposte a a proposito di caprica

  1. Luca ha detto:

    Quando avevo visto il pilota mi era piaciuto, soprattutto nel finale. Sono curioso di vedere come continua. Di Moore mi fido abbastanza (mi è pure piaciucchiato il suo pilota nato morto Virtuality). Senza scomodare Bsg c’è anche da ricordare il suo Deep Space Nine, unica serie di Star Trek veramente coesa, strutturata e adulta (da un certo punto in poi è solo un crescendo). Non raggiunge Bsg (son pure sette stagioni) ma è sempre buona/ottima. A proposito, come va con la tesi su Bsg?

  2. Naima* ha detto:

    cielo, non piangerò mai abbastanza lacrime per virtuality.
    caprica in realtà mi ha lasciata un po’ interdetta, in verità, però devo capire quanto dipenda dal mio essere una fanatica di battlestar galactica e dal non ritrovare quasi nulla di bsg nel pilot di caprica.
    vedremo come evolve.
    la tesi va. velocità di crociera, dritti verso la meta (speriamo). (incrociamo le dita) (incrociamo l’incrociabile). 🙂

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